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Echi di Riti e Miti

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di Daniela Quieti, 30 Dicembre 2022
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Quando arriva il 31 dicembre, allo scoccare della mezzanotte diciamo addio all’anno appena trascorso, a tutti i suoi alti e bassi, accogliendo l’arrivo di un nuovo periodo con riflessioni e speranze per i giorni che verranno.

Questa data, ricca di simbolismi connessi a profonde radici spirituali e riti secolari per attirare la fortuna, la salute e la prosperità allontanando il male, è cambiata nei secoli. Il mondo antico utilizzava metodi diversi per misurare il trascorrere del tempo e, quindi, di un momento legato all’umano esistere.

Molte culture si sono ispirate ai cicli del sole e della luna per determinare il primo giorno dell’anno i cui festeggiamenti, in origine, erano associati a un evento astronomico, religioso o agreste. I primi rituali registrati in onore dell’arrivo di un nuovo anno risalgono a circa 4000 anni fa nell’antica Babilonia, in coincidenza della prima luna nuova dopo l’equinozio di primavera, nel giorno con uguale durata di luce solare e oscurità celebrato con una grande festa religiosa chiamata Akitu, derivata dalla parola sumera che indicava l’orzo raccolto.

Le statue degli dei venivano trasportate per le strade della città e sembra che la pratica di fare buoni propositi nell’occasione per ottenere il favore delle divinità sia nata proprio tra i babilonesi. Nel corso dell’antichità, le civiltà di tutto il mondo hanno sviluppato diversi calendari. 

In Egitto, per esempio, il Capodanno iniziava con l’inondazione annuale del Nilo, che corrispondeva al sorgere della stella Sirio, e il primo giorno di quello cinese si festeggiava con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno. Nel primo calendario romano, creato da Romolo nell’VIII secolo a.C. ogni nuovo anno iniziava con l’equinozio di primavera e contava 10 mesi e 304 giorni.

A un successivo re, Numa Pompilio, si attribuisce l’aggiunta di gennaio e febbraio. Nelle varie epoche il calendario perse la sincronia con il sole e nel 46 a.C. l’imperatore Giulio Cesare decise di risolvere il problema consultandosi con i più importanti astronomi e matematici dell’epoca, tra cui Sosigene di Alessandria.

Nella sua riforma, Cesare decretò il primo giorno di gennaio come principio dell’anno in onore di Giano Bifronte, il dio romano dell’inizio e della fine, i cui due volti gli permettevano di guardare indietro nel passato e avanti nel futuro, il custode delle porte di cui sorvegliava l’entrata e l’uscita, ogni passaggio e mutamento.

I romani celebravano Giano offrendogli sacrifici, scambiandosi doni, decorando le loro case con rami di alloro e partecipando a feste. Nel 1582 Papa Gregorio XIII istituì il calendario gregoriano, attualmente utilizzato nella maggior parte del mondo. Similmente al calendario giuliano, da cui deriva, esso è basato sul ciclo delle stagioni ma prevede un minor numero di anni bisestili.

Nel tempo il senso del Capodanno è cambiato trasformandosi in un’occasione di relazioni sociali ma anche di consuntivi sulla propria esistenza per programmare nuove linee d’azione tese a raggiungere risultati soddisfacenti, ricordando l’anno passato, abbracciando il presente e proiettandosi nei mesi a venire. Ogni cultura ha le proprie consuetudini, classiche o innovative, per celebrare la ricorrenza insieme alla famiglia o agli amici ritrovandosi a brindare a mezzanotte.

La maggior parte dei festeggiamenti inizia la notte di San Silvestro, il 31 dicembre, e continua fino alle prime ore del 1 gennaio. Comunque, le usanze più comuni includono la partecipazione a feste, il consumo di cibi speciali, canti e la visione di spettacolari fuochi d’artificio. C’è la consuetudine di preparare piatti tradizionali come le lenticchie, che evocano tante monete d’oro e auspicano un buon risultato finanziario.

In alcuni luoghi, resiste la tradizione di gettare cose vecchie dalla finestra per liberarsi di ciò che è diventato inutile e, allegoricamente, dell’infelicità lasciando spazio a un nuovo avvio, ringraziando il Signore per ritrovarsi insieme in un sereno inizio, cercando di porre nuove basi al proprio sentire, impegnandosi per far emergere l’amorevolezza, la compassione e tutte quelle meravigliose qualità che possono contraddistinguere il genere umano.

“Anno nuovo, vita nuova” recita un classico proverbio nato dalla saggezza popolare. E “Ciò che si fa a Capodanno, si fa tutto l'anno” recita un altro detto. Speriamo allora che il nuovo anno possa essere carico di benessere e di compiute realizzazioni. Ogni avvio è sempre un dono del cielo di cui siamo riconoscenti, perché segna un traguardo e insieme la partenza di un percorso verso il futuro che incede.

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